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Il primo libro sul conflitto tra Stato ed Enti locali sulla regolamentazione del gioco pubblico
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Descrizione
La normativa prodotta dalle realtà territoriali (Regioni, Province, Comuni) dal 2011 ad oggi in merito alla distribuzione ed alle modalità di autorizzazione del gioco legale presenta, in molti casi, caratteri di inadeguatezza, inapplicabilità oltre che di illegittimità, con tutte le conseguenze sul piano degli effetti.Se non porteranno a buoni risultato gli sforzi voluti dal legislatore nazionale di trovare una quadra tra Stato, da un lato, e Regioni, Provincie e Comuni, dall'altro - nell’ambito della Conferenza Unificata voluta dalla Legge di Stabilità 2016 - ecco che la normativa proibizionistica territoriale rischia di capitolare nei giudizi con effetto domino, come sembra emergere dalle pure recenti pronunzie del giudice amministrativo (cfr. ordinanze del Tar Bolzano, ma anche del Consiglio di Stato), ferma restando l’imminente pronunzia della Corte Costituzionale.Il libro contiene tutti i motivi di impugnazione e di doglianza che qualsiasi operatore del gioco legale possa presentare per invocare l’annullamento della normativa territoriale proibizionistica. Motivi raccolti in oltre cinque anni di denunzie contro i "distanziometri" (con oltre 20 tavole a colori delle città che hanno "espulso" il gioco invece di limitarlo, come: Napoli, Bari, Genova, Firenze, Trento, Bolzano, Milano, Vicenza, Vigevano, Sulmona, Lodi, Pioltello, San Michele, Riva del Garda, Mori, Mezzolombardo, Mezzocorona, Condino, Campitello di Fassa, Recco, Borgo Valsugana),le limitazioni di orari e i divieti di pubblicità.
Come sintetizzato dall’autore, il volume rappresenta, in effetti, un manifesto contro il proibizionismo inflitto al gioco legale da parte della normativa territoriale.
La denunzia è utile ai giocatori che hanno diritto ad avere un’offerta di gioco legale e regolamentata e che rispetti e tuteli in primis la salute di chi si avvalga del servizio e che poi metta al sicuro le categorie deboli ed a rischio ma in modo effettivi ed efficace. Proibire significa, infatti, lasciare la domanda di gioco in pasto all’offerta del circuito parallelo e del circuito illegale senza regole e senza tutele che offre prodotti senza regole e senza limiti e che per definizione si prestano a far male ed a nuocere.
La denunzia è utile ai cittadini per la tutela dell’ordine pubblico. Proibire significa alimentale l’offerta illegale.
La denunzia è utile allo Stato per le esigenze di gettito pure meritevoli di tutela. Proibire significa azzerare le entrate dello Stato.
La denunzia è utile agli operatori legali del gioco siano essi concessionari, gestori, esercenti, gestori di sala, bar, tabaccai, di ogni tipologia di gioco che hanno diritto di confrontarsi con regole - statali e territoriali - chiare ed omogenee sul territorio. Proibire significa polverizzare un comparto industriale.
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